L’Azienda Servizi Farmaceutici e l’Associazione Kinesis intendono, con il presente testo, rappresentare uno stimolo all’ approfondimento della conoscenza sull’argomento trattato. Come nelle conferenze svoltesi negli anni precedenti, l’obiettivo è quello di fare divulgazione su argomenti di educazione sanitaria, senza pretendere di esaurire il tema, ma fornendo spunti di studio e ricerca per singoli o associazioni. Il presente testo appartiene alla serie degli estratti delle precedenti conferenze (disponibili su questo sito internet) di cui segue l’elenco:
- Prevenzione alimentare del tumore al seno
- Medicina Cinese
- Omeopatia umana e veterinaria
- Medicina Ayurvedica
- Fitoterapia
- Digiuno terapeutico
- Musicoterapia
- Iridologia
- Vaccinare perché
- La terapia del sorriso
- Anoressia e bulimia
- La depressione come risorsa
- Affari di cuore
Il materiale che segue consiste di:
- l’estratto dei punti significativi della conferenza;
- l’elenco dei siti internet relativi al testo per approfondimenti sull’argomento;
- la bibliografia relativa al testo.
N.b.: L’Associazione Kinesis ha lo scopo di divulgare argomenti di educazione alla salute, non può assumersi resposabilità su quanto viene scritto dagli specialisti, nè fornire consigli o informazioni di carattere medico-scientifico. Rimandiamo alla bibiliografia in coda a ogni singola conferenza per le domande relative. Saranno gradite informazioni o suggerimenti al numero di telefono 02.9840908, oppure ai seguenti indirizzi di posta elettronica: amministrazione@asfsangiuliano.it oppure contattando lo Studiokinesis.it
Osteoporosi significa rarefazione del tessuto osseo, quindi perdita di massa minerale (BMD – Bone Mineral Density) e di integrita’ dell’architettura, con conseguente aumento di fragilita’ e rischio di fratture patologiche, soprattutto a carico di colonna vertebrale, anca e polso.
La struttura minerale dell’osso e’ costituita prevalentemente da sali di calcio e fosforo. L’osso e’ costituito da tessuto vivo costantemente soggetto ad un processo di rimodellamento, il cui bilancio dipende dall’interazione fra osteoclasti, che provvedono al riassorbimento (demolizione) del tessuto osseo (catabolismo), e osteoblasti che provvedono alla formazione del tessuto osseo (anabolismo).
Questo processo ha le funzioni fondamentali di:
- Adattare la struttura ossea alle richieste biomeccaniche cui il sistema viene sottoposto.
- Riparare le microlesioni derivanti da eventi traumatici e dalla naturale usura strutturale.
Il problema dell’osteoporosi e’ quello di mantenere in equilibrio questa bilancia. Metabolismo significa trasformazione: l’insieme dei processi biochimici che assicurano la sopravvivenza dell’organismo. Dopo i 35 anni di eta’ il metabolismo osseo tende a spostarsi in direzione catabolica, e’ quindi da questa eta’ che si dovrebbero cominciare una serie di interventi sullo stile di vita che porteranno poi la donna in menopausa ad affrontare il problema osteoporosi con piu’ successo. I fattori di rischio “non modificabili” sono: eta’, sesso, storia familiare e personale, quelli “modificabili” sono fattori alimentari, stile di vita, terapie farmacologiche.
Il tessuto osseo deve essere costantemente:
- Stimolato dal movimento: la struttura ossea si rinnova costantemente ed ordina la propria architettura interna secondo le linee di forza cui viene sottoposta. Una corretta e completa attivita’ fisica sollecita le ossa in tutte le direzioni esercitando pressione, trazione e torsione. L’immobilizzazione prolungata (traumi, fratture) o la permanenza in ambienti privi dell’abituale stimolo della forza di gravita’ (astronauti) provocano rapidamente una rarefazione importante del tessuto osseo anche in soggetti giovani e perfettamente sani. NB: le attivita’ fisiche che non sollecitano le ossa con il peso (bicicletta, nuoto…) non sono sufficienti. Nella scelta dell’attivita’ fisica bisogna anche privilegiare soluzioni che migliorino i riflessi posturali e il senso di equilibrio, fattori importantissimi nella prevenzione delle cadute (cammino, corsa, ginnastica specifica che stimoli pressione o torsione).
- Nutrito: un’alimentazione corretta e’ una delle chiavi fondamentali per il mantenimento della struttura ossea, che e’ costituita da sali minerali (minerale-chiave: calcio) depositati e stratificati su una struttura di tessuto connettivo (minerale-chiave: silicio). Le due componenti insieme assicurano la necessaria durezza, solidita’ e resistenza alla compressione (calcio) e la necessaria elasticita’ e resistenza alla torsione-flessione (silicio).
Si puo’ avere osteoporosi nei seguenti casi:
A) Ridotta formazione di tessuto osseo (anabolismo carente) per:
Fattori ormonali (menopausa): gli ormoni estrogeni prodotti dall’ovaio promuovono l’attivita’ degli osteblasti, le cellule deputate alla costruzione del tessuto osseo; pertanto dopo la menopausa i processi costruttivi e riparativi (anabolismo) delle ossa tendono a diminuire in rapporto ai processi demolitivi (catabolismo). Va anche considerato che quando l’organismo non e’ in piena salute o e’ alimentato in modo incongruo l’emorragia mestruale contribuisce non poco a smaltire verso l’esterno tossine e metaboliti acidi (molte donne soffrono di “sindrome premestruale” e stanno meglio durante il flusso mestruale): con la menopausa questa via di scarico viene a mancare, e l’eventuale sovraccarico di “scorie” che ne consegue puo’ interferire con il delicato equilibrio biochimico dei tessuti.
– Inadeguato apporto alimentare di Calcio.
– Inadeguata biodisponibilita’ del Calcio (mancata utilizzazione) assunto con l’alimentazione, a causa di: carenze di altri minerali (ad es. magnesio, potassio, fosforo) oppure oligoelementi (manganese, rame, zinco, litio, ecc.) o vitamine, ad es. B12 (spesso carente in chi si alimenta in modo esclusivamente vegetariano) e soprattutto Vitamina D, che viene sintetizzata dall’organismo stesso in presenza di adeguata esposizione alla luce solare. Si ritiene che 15 minuti di esposizione quotidiana alla luce solare (raggi UV) su viso e avambracci siano sufficienti ad assicurare un’adeguata produzione di Vitamina D da parte dell’organismo. Pesce grasso, olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uovo e burro sono particolarmente ricchi in Vitamina D.
La vitamina D viene prodotta dall’organismo partendo dal famoso e “odiato” colesterolo, che e’ precursore degli estrogeni e degli ormoni corticosteroidi, una specie di serbatoio cui attingono molte ghiandole che regolano funzioni di grande importanza. Attenzione quindi alla mania di abbassare il colesterolo, perche’ non si sa poi che cosa succede quando si va ad alterare questo sistema… Il colesterolo forma un suo derivato (7-deidrocolesterolo) che va a finire nella pelle, la quale, sottoposta ai raggi ultravioletti la trasforma in vitamina D3; questa va nel fegato dove viene ulteriormente elaborata e trasformata in calcidiolo che va nei reni e viene trasformato in vitamina D attivata, che a sua volta va ad agire sull’osso – incrementandone la mineralizzazione – e in particolare sull’intestino, favorendo l’assorbimento del calcio. Tutto questo circuito (pelle, fegato reni) implica una certa salute di questi organi, perche’ se anche solo uno di essi non funziona bene, provoca un’alterazione di tutto il ciclo.
– Malassorbimento intestinale: la disbiosi intestinale (alterazione della biologia microbica intestinale) e’ un fenomeno molto comune, come pure le intolleranze alimentari, per cui la funzione digestiva – intestinale va sempre indagata con attenzione e corretta con opportune terapie (fitoterapia di drenaggio degli organi interni, regolazione microbiologica dell’intestino con preparati bilanciati a base di fermenti lattici…….). Bisogna anche fare attenzione a non eccedere con l’apporto di fibre grezze (crusca, cereali integrali) che possono esagerare la motilita’ intestinale ed interferire con l’assorbimento dei micronutrienti. Se l’intestino non funziona bene, non assorbe gli integratori che eventualmente vengono assunti (per es. il calcio). NB: talune terapie integrative, come ad esempio preparati a base di ferro, interferiscono con l’assorbimento del calcio.
– Inadeguata fissazione del calcio nel tessuto osseo(ad es. in caso di intossicazione da piombo: esso ha un’azione antagonista rispetto al calcio a livello del tessuto osseo e’ puo’ creare problemi in soggetti ipersensibili ai metalli pesanti portatori di numerose otturazioni dentali in amalgame tradizionali).
B) Aumentata demolizione (catabolismo eccessivo) di tessuto osseo per: Squilibri metabolico-ormonali: le malattie della tiroide sono molto frequenti nelle donne: la funzionalita’ tiroidea va sempre indagata (peraltro la terapia sostitutiva con ormoni tiroidei, Eutirox, aumenta il rischio di osteoporosi), come pure quella delle paratiroidi, ghiandole spesso trascurate ma fondamentali nella regolazione del livello di calcio nel sangue.
La tiroide produce un ormone, la calcitonina, le ghiandole paratiroidi producono l’ormone paratiroideo PTH, ed entrambi con la vitamina D lavorano sull’equilibrio osteoclasti/osteoblasti, agganciando questa bilancia in punti diversi. La leptina – un ormone scoperto e studiato recentemente, che viene prodotto dalle cellule adipose – agisce sia sulle ossa, stimolando la produzione di osteoblasti, e inducendoli a vivere piu’ a lungo, sia sul cervello, che invece, sotto lo stimolo della leptina, produce una sostanza che inibisce gli osteoblasti. L’equilibrio quindi e’ talmente complesso, che quando si interviene anche con un solo farmaco che altera questo meccanismo, si rischia di sbilanciare completamente il sistema. In natura questi sono stimoli che agiscono in quantita’ infinitesimali: cosa puo’ accadere quando se ne inserisce solo uno e magari anche a forti dosi? La stessa sostanza a piccole dosi costruisce osso, e a grandi magari lo distrugge..
Alterazioni dell’equilibrio Acido-Base dell’organismo: si tratta di un fattore di estrema importanza. Tutte le reazioni biochimiche organiche funzionano in modo ottimale quando il nostro ambiente interno e’ leggermente alcalino; la demolizione delle sostanze alimentari produce scorie di tipo acido; si tratta sia di acidi deboli, volatili (quelli prodotti dalla demolizione dei carboidrati e delle proteine vegetali) che vengono rapidamente eliminati con la respirazione, sia di acidi forti, non volatili (quelli prodotti dalla demolizione delle proteine animali) che vengono eliminati piu’ lentamente e con un processo piu’ complesso dal rene attraverso le urine. Questi due sistemi (polmone e rene) sono affiancati da una serie di altri meccanismi biochimici destinati al mantenimento del giusto grado di acidita’ (pH) dei tessuti e del sangue, costituendo cio’ che tecnicamente viene definito l’insieme dei “Sistemi Tampone” delll’organismo. Quando, a causa di una persistente eccessiva acidita’ del sangue, i sistemi tampone ordinari cominciano a mancare di minerali alcalini (bicarbonato), l’organismo ricorre ai “tamponi di emergenza” come il tessuto osseo e i denti, che liberano fosfati di calcio. Oggi si ritiene che una delle principali cause di osteoporosi sia appunto l’eccessiva acidita’ dell’ambiente interno, dovuto ad un’alimentazione troppo ricca in proteine animali.
Tali proteine tendono anche ad incrementare l’escrezione di calcio attraverso i reni. Ne consegue che la misura alimentare primaria per la prevenzione e la correzione dell’osteoporosi dovrebbe essere una netta riduzione delle proteine animali a favore di quelle vegetali ed un incremento del consumo di verdure e frutta, nonche’ una riduzione degli zuccheri raffinati che, avendo un effetto “acceleratore” sul metabolismo, tendono a favorire i processi catabolici (demolizione). Una dieta esclusivamente vegetariana e’ peraltro controindicata, perche’ comporta quasi sempre una carenza di aminoacidi essenziali e di alcune vitamine, soprattutto del gruppo B. Lo zucchero ha una prevalenza enorme nella nostra alimentazione, e il nostro stile di vita incoraggia l’utilizzo di altri grandi “rapinatori di calcio” come l’alcool, la nicotina (fumo) e la caffeina (il sesso non e’ controindicato perche’ stimola il sistema endocrino e in teoria combatte l’osteoporosi!) Il tessuto osseo e’ parte integrante del sistema vivente ed interagisce costantemente con esso dal punto di vista biochimico, metabolico, informazionale: cio’ che avviene nel sistema avviene anche nell’osso e, analogamente, cio’ che avviene nell’osso e’ un indicatore di cio’ che avviene globalmente nel corpo: quando l’equilibrio generale si sposta verso il catabolismo (cioe’ consumo energetico\demolizione) l’attivita’ degli osteoclasti (cellule destinate alla demolizione-ricambio del tessuto osseo) aumenta, mentre quando l’equilibrio generale si sposta verso l’anabolismo (= ricostruzione\ accumulo di riserve) l’attivita’ degli osteoblasti (cellule destinate alla costruzione del tessuto osseo) aumenta.
Numerosi studi statistici effettuati su ampie popolazioni femminili sembrano dimostrare in modo convincente che esiste una correlazione fra osteoporosi e dieta prevalentemente proteica, come pure fra dieta prevalentemente vegetariana e minore incidenza di osteoporosi e fratture. Alcuni studi sembrano addirittura dimostrare una lieve ma significativa correlazione fra frequenza di fratture ossee ed elevato consumo di latte. Quanto al latte e ai suoi derivati, va notato che la pastorizzazione riduce notevolmente la disponibilita’ di calcio di questi alimenti, spesso sopravvalutati da questo punto di vista; inoltre il latte e soprattutto i formaggi hanno un elevato contenuto proteico, e dunque, se consumati in quantita’ superiore all’effettivo fabbisogno dell’organismo, risultano anch’essi acidificanti, anche se molto meno della carne. Si consideri anche che i latticini apportano una quota notevole di grassi e calorie, per cui, laddove vi sia tendenza al sovrappeso, sono senz’altro controindicati. Di ogni alimento infatti andrebbe valutato non solo il contenuto di calcio in rapporto alla quantita’ assunta, ma anche in rapporto al contenuto calorico!
Stress persistente: condizioni di tensione psichica protratta nel tempo provocano una persistente attivazione del sistema nervoso autonomo deputato alla gestione delle situazioni di emergenza (Sistema Ortosimpatico) a scapito del sistema deputato a gestire la fase di riposo-recupero-ricostruzione (Sistema Parasimpatico o Vago), con conseguente ulteriore aumento delle scorie acide e inibizione dei processi riparativi. Cio’ non significa che si debba avere assenza di stress nella vita, ma consentirsi dei momenti di recupero dallo stress; il problema non e’ cambiare vita ma considerare come ci viviamo le situazioni di difficolta’. Il problema e’ piu’ psichico che oggettivo: il mondo e’ come lo vediamo (ndr!). Cerchiamo di vivere le situazioni in un modo che sia emotivamente meno “carico” per ridurre la sensazione di stress. La malattia e’ una violenta oscillazione della bilancia Anabolismo/Catabolismo, che facciamo fatica ad accettare perche’ ci disturba. Anabolismo significa anche vasodilatazione, calore, febbre: quindi una malattia acuta caratterizzata da questi sintomi puo’ indicare che il sistema sta cercando di ricostruire le proprie riserve di energia e la propria struttura, di rimuovere tensioni e tossine accumulate nella precedente fase catabolica, fase caratterizzata dalla mobilitazione dell’energia disponibile per fare fronte ad uno stress importante. Quella che noi chiamiamo malattia e’ dunque l’amplificazione del naturale sistema di risposta allo stress, quindi le terapie dovrebbero rispettare la fase metabolica in cui si trova il paziente, favorendo nel modo piu’ naturale possibile il recupero dell’equilibrio.
L’importanza dell’equilibrio nutrizionale globale emerge anche dal fatto che la fragilita’ dell’osso (tendenza alle fratture patologiche, cioe’ causate non da traumi importanti, ma da traumi minimi, anche solo da sforzo) denota non solo perdita di durezza (calcio, parte minerale) ma anche, e forse soprattutto, perdita di elasticita’, che e’ legata alla parte proteico – minerale di supporto (silicio, tessuto connettivo) sulla quale i sali di calcio si depositano; in altre parole l’osso diventa piu’ duro che elastico, e dunque facile a spezzarsi.
L’acidosi tissutale infatti provoca una modificazione strutturale del tessuto connettivo che diviene intrinsecamente piu’ rigido, non solo a livello del tessuto osseo, ma in tutto l’apparato locomotore (cartilagini, tendini, legamenti).
Che cosa si dovrebbe fare per prevenire o curare l’osteoporosi
I principali fattori che influiscono sulla resistenza dell’osso sono la struttura (volume, composizione minerale, architettura) e la dinamica biologica (ritmo di rimodellamento).
Prevenzione ordinaria
Riassumendo quanto detto sopra, essa deve comprendere:
regolazione alimentare
corretta attivita’ fisica
esposizione alla luce solare
Integrazione
Qualora si ritenga che questi tre punti-chiave non possano essere applicati in modo accurato, o non siano comunque sufficienti, possono essere supportati da:
supplementi di sali minerali, oligoelementi e vitamine
esposizione a “luce solare artificiale” (UV)
Terapia
Nel caso che vi siano sintomi fastidiosi legati alle modificazioni ormonali della menopausa e’ consigliabile utilizzare preparati a base di cosiddetti “fitoestrogeni” (generalmente si tratta di composti a base di soia, trifoglio rosso, salvia, spesso arricchiti con adeguati supplementi di calcio e vitamina D). Qualora si sia gia’ evidenziata una tendenza alla rarefazione ossea conviene impiegare anche appositi rimedi omeopatici destinati a stimolare l’attivita’ osteoblastica: si tratta spesso di rimedi a base di calcio, magnesio, fluoro, silicio, fosforo. Tali rimedi agiscono a dosi infinitesimali, dunque non apportano supplementi di tali sostanze, ma ne modulano l’impiego da parte dell’organismo. I rimedi omeopatici dovrebbero essere prescritti dal medico in funzione delle caratteristiche individuali della paziente. Anche la fitoterapia puo’ essere di aiuto, sia per apportare supplementi minerali e vitaminici (ad esempio l’equiseto e’ particolarmente ricco di silicio) sia per modulare il metabolismo osseo: alcuni gemmoterapici sono particolarmente interessanti:
Abies Pectinata (abete bianco): modula il metabolismo fosfo-calcico facilitando la fissazione del calcio nelle ossa. Alnus Incana (ontano bianco): ha proprieta’ rimineralizzanti ed agisce favorevolmente sui fibromi uterini. Rubus Fructicosus (rovo): utile in caso di manifestazioni artrosiche ed infiammatorie. Vaccinium Vitis Idaea (mirtillo rosso): favorisce l’assorbimento intestinale del Calcio ed ha una significativa azione estrogenica.
La terapia ideale per l’osteoporosi dovrebbe:
Aumentare la massa ossea
Migliorare l’architettura scheletrica
Aumento di volume-dimensioni
Aumento del numero e spessore delle trabecole ossee (travi di supporto interno)
Ristabilimento della connettivita’ (capacita’ della struttura ossea di trasmettere e scaricare le forze che agiscono sullo scheletro)
Migliorare le proprieta’ materiali dell’osso:
Riduzione del ritmo di demolizione
Aumento della mineralizzazione
Mantenimento dell’elasticita’ (matrice organica)
Le terapie convenzionali
Terapia Ormonale TO, detta anche impropriamente “Terapia ormonale sostitutiva” TOS \ HRT : il termine e’ improprio perche’ questi preparati estrogenaci non sostituiscono il naturale ciclo ormonale pre-menopausale, piuttosto simulano alcuni effetti di tale ciclo. La popolarita’ di tale terapia si e’ notevolmente ridotta da quando recenti e approfonditi studi statistici hanno dimostrato che la T.O. non riduce il rischio di fratture, mentre aumenta notevolmente il rischio di cancro della mammella, dell’endometrio e delle ovaie, di malattie tromboemboliche venose e di infarto miocardico, in misura proporzionale alla durata del trattamento; ricerche molto recenti hanno anche evidenziato un aumento del rischio di demenza nelle donne di eta’ piu’ avanzata. Addirittura sembra dimostrato che alla cessazione della terapia ormonale vi sia un rapido aumento del rischio di fratture, superiore rispetto alle donne che non hanno mai fatto TO! Pertanto il Ministero della Salute in Italia e la FDA negli USA sconsigliano la TO come prima scelta nella prevenzione dell’osteoporosi, limitandone l’indicazione esclusivamente al trattamento dei sintomi tipici della menopausa, e comunque alle minime dosi efficaci e per il minor tempo possibile.
Modulatori Selettivi dei recettori Estrogenici (SERM) Questi farmaci (tamoxifene) sono abitualmente usati per prevenire recidive in donne che siano state operate di cancro alla mammella, quando le cellule tumorali dimostrano sensibilita’ agli estrogeni; il loro effetto e’ anti-estrogenico (dunque opposto a quello della TO); sembra che abbiano una certa efficacia nel ridurre il rischio di fratture pur modificando in modo minimo la densita’ ossea (in altri termini si avrebbe un miglioramento qualitativo dell’osso). Il loro uso e’ al momento controverso, e vengono abitualmente consigliati in caso di menopausa precoce.
Bifosfonati
(Adronat, Alendros, Difosfonal, ecc.): inibiscono l’attivita’ osteoclastica (cioe’ il riassorbimento osseo) senza peraltro indurre formazione di nuovo tessuto osseo: infatti le due componenti del rimodellamento osseo sono interdipendenti, per cui si ha anche, ma in misura minore, una relativa inibizione dell’attivita’ osteoblastica: il bilancio netto risulta pero’ positivo con un ben documentato aumento della massa ossea (BMD) e una riduzione del rischio di fratture; si sono pertanto affermati come farmaci di prima scelta nel trattamento dell’osteoporosi, anche per la comodita’ di utilizzo (dosi settimanali, grazie alla lunga durata d’azione) che riduce l’incidenza dei tipici effetti collaterali (gastro-esofagite). Il loro principale svantaggio in realta’ consiste nel loro meccanismo d’azione: inibendo il rimodellamento infatti si ha bensi’ un aumento della BMD ma senza alcuna influenza sul progressivo deterioramento dell’architettura interna dell’osso.
Calcitonina
Iinibisce il riassorbimento osseo, in modo analogo ai bifosfonati, rispetto ai quali non si evidenziano particolari vantaggi, eccetto un effetto analgesico che puo’ essere utile in caso di dolori da fratture, soprattutto vertebrali. Viene in genere utilizzata come spray nasale.
Ormone Paratiroideo
Sembra essere uno dei farmaci piu’ interessanti. La sua azione, in passato ritenuta esclusivamente catabolica (cioe’ stimolante il riassorbimento osseo, in opposizione alla calcitonina), ha dimostrato di modulare sia il lato catabolico (osteoclasti) che quello anabolico (osteoblasti) aumentando contemporaneamente il turnover osseo e la deposizione di massa ossea, simulando pertanto meglio degli altri farmaci il metabolismo fisiologico del tessuto osseo. Probabilmente in Italia non e’ ancora in uso corrente.
Fluoro
Sperimentato fin dal 1961 per il trattamento dell’osteoporosi, ha dimostrato negli studi statistici numerosi svantaggi: il fluoro aumenta la massa ossea, ma ne modifica la struttura cristallina rendendo probabilmente piu’ fragili le ossa; in effetti il suo utilizzo ha evidenziato un aumento di frequenza di fratture. Inoltre, dosi elevate di fluoro tendono a provocare addirittura demineralizzazione ossea anche grave (osteomalacia), per questo anche le terapie con fluoro fatte ai bambini possono essere discutibili.
Non bisogna demonizzare l’osteoporosi, ma vederla come un fenomeno che fa parte del nostro stato di salute, quindi non va isolata considerandola un problema a se’ stante, ma considerata un aspetto da trattare nella maggior parte dei casi con il proprio stile di vita (atteggiamento psicofisico, alimentazione, attivita’ fisica).